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litomassarosaVilla Mazzarosa, cenni storici.

Villa Mazzarosa di Segromigno in Monte risale ai primi anni del XVII secolo. Della proprietà si hanno notizie certe da un rogito del 27 gennaio 1622, nel quale risulta che Matteo dei Santi Bernardi di S. Pietro a Marcigliano, vende a Francesco di Alessandro Mazzarosa terre indicate in località al Rio Sana ed in un successivo rogito del 1° febbraio 1629 “Filippa, figlia di Arnolfino Arnolfini e moglie di Gherardo di Nicolao Pacini di Lucca, vende a Francesco di Alessandro Mazzarosa beni di una casa in comune di Segromigno in località detta “alla Torraccia”. Alla costruzione esistente furono apportate diverse modifiche ed il palazzo già nel 1634 viene ricordato in lettere di Muzio Oddi all’Abate Paolo Cenami, proprietario all’epoca della vicina ed attuale Villa Mansi. Nel 1672 è rappresentata nel disegno “le ville di Segromigno”.

Nel libro “Viaggio in Toscana”, l’autore (Martini George C.), ricevuto da Fabio Mazzarosa, parla di una sua visita alla villa nel 1727 mettendo in risalto l’accuratezza del giardino “con grande prato dove si osservano diversi getti d’acqua”. Il palazzo, come indica Isa Belli Barsali nel suo libro – Ville e Committenti dello Stato di Lucca- (1979), “ha una semplice forma a parallelepipedo con la doppia rampa nella facciata a valle, che supera l’altezza del seminterrato per dare accesso al piano rialzato”, mentre sulla facciata a monte una gradinata incassata tra i due corpi laterali immette al piano rialzato. Nel salone il soffitto corrisponde con quello del primo piano e su tutti e quattro i lati corre un ballatoio pensile che collega le varie stanze del piano superiore. La sala è ornata di delicati stucchi della fine del XVIII° secolo che ne coprono le pareti ed il soffitto. A nord un secondo salone, probabilmente in origine un portico aperto, si affaccia con grandi vetrate sul giardino che fu piantato nella sua forma attuale da Antonio Mazzarosa intorno al 1810 e in seguito arricchito nel 1830 da un “Famedio”, tempietto neoclassico, destinato a contenere le opere degli illustri uomini lucchesi.

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